martedì 16 aprile 2013

Le punizioni



Il concetto di punizione è connesso con quello di stimolo punitivo. L’approccio comportamentista definisce lo stimolo punitivo come un evento che, prodotto immediatamente dopo un comportamento, ne provoca una diminuzione in termini di frequenza.
                                          
Di conseguenza quando in una determinata situazione qualcuno fa qualcosa che è immediatamente seguito da uno stimolo punitivo, allora è meno probabile che quella persona faccia la stessa cosa quando si ritrova nella medesima situazione.
Per i comportamentisti “punizione” è un termine tecnico che fa riferimento, quindi, a una conseguenza che ha l’effetto di ridurre la probabilità di ripetizione del comportamento. Tale stimolo influenza il nostro apprendimento sin da quando nasciamo. Pensate alle cadute quando impariamo ad andare in bicicletta, a un brutto voto preso a scuola, al dolore provato dopo aver toccato il forno acceso, ecc.
Esistono diversi tipi di punizione. I rimproveri, l’allontanamento da un’attività piacevole o la sottrazione di un oggetto (per es. un giocattolo) ne sono alcuni. Quella più discussa è la punizione fisica, ovvero uno stimolo che causa dolore: una sculacciata, un pizzicotto, ecc. Ma cosa spinge a sculacciare un bambino? La sculacciata è veramente educativa? I motivi che spingono alla sculacciata possono essere vari: stress emotivo, tensione, difficoltà di gestione delle proprie emozioni. Questo pattern comportamentale, tuttavia, non è privo di svantaggi; per es. il genitore spesso è in preda ai sensi di colpa, ma anche alla rabbia, al rancore e il bambino può provare frustrazione, risentimento, tristezza. Inoltre una punizione fisica, e in particolare uno schiaffo in pieno viso, è molto umiliante. Immaginare di ricevere uno schiaffo; come vi sentireste? La punizione fisica, inoltre, non è educativa; il bambino non impara cosa fare e cosa no, ma impara a evitare tali punizioni e ad adottare comportamenti aggressivi nei confronti degli altri, esperendo ulteriori, nonché intense, emozioni negative. È possibile, invece, educare i propri figli senza emettere punizioni fisiche, senza provare emozioni negative di rabbia, frustrazione e senso di colpa, senza manifestare e insegnare comportamenti aggressivi.   

Nessun commento:

Posta un commento